Adesso come prima! 

(video estratto da You tube)

Quando si dice averle quadrate, non si può, non pensare a lei, Emanuela Di Centa, una delle donne più vincenti e tenaci degli ultimi anni ( https://it.wikipedia.org/wiki/Manuela_Di_Centa ).

Sci nordico, Di Centa: "A Lillehammer? Dominammo con la fantasia"( foto de La Gazzetta Dello Sport)

Quando la società moderna condiziona la tua liberta di scelta, quando ad una ragazza, si ripete continuamente, che uno sport non gli si addice perché è da maschi, quando tutto ciò che hai intorno ti sussurra fermati, pensate a lei, Emanuela Di Centa, una sportiva che ha fatto degli ostacoli la sua forza.

Non sapete chi è?

Bè allora è proprio il caso di approfondire subito, la storia di questa Donna con la D maiuscola e Sportiva con la S ancor più grande.

Le sue origini, sembrano già un segno del destino, infatti la nostra protagonista nasce a Paluzza, una piccola provincia della Montuosa Udine, dove montagne e neve contornano l’intero paesaggio. ( https://it.wikipedia.org/wiki/Paluzza ).

Paluzza, rinnovato il centro fondo Laghetti | Il Friuli( Paluzza prov. di Udine)

Proprio come lei racconta, si appassionò allo sport, grazie alla sua famiglia di sciatori, con la quale Emanuela incominciò a muovere i suoi primi passi già da bambina, quando all’età di 5 anni, le furono regalati i suoi primi sci per andare a divertirsi con il suo papà.

Appassionandosi sempre più allo sport, con il crescere, iniziò a partecipare ai giochi della gioventù, che penso conosciamo tutti e dove già cominciava a mettere in mostra il suo talento, seguendo poi, a coltivare il suo amato  scii di fondo, entrando anche a far parte della nazionale italiana, alla sola età di 17 anni.

Arrivando ai mondiali solamente due anni dopo, mettendosi subito in mostra, conquistando una medaglia d’argento.

Da quel momento, non si è più fermata, ha iniziato a collezionare titoli e medaglie, mostrando le sue capacità di atleta, spiccando di determinazione,  passione e sacrificio.

MANUELA DI CENTA E LE CINQUE MEDAGLIE OLIMPICHE A LILLEHAMMER 1994 – SportHistoria

E’ emozionante come lei racconti il suo percorso per arrivare ad essere la numero uno, spiegando l’umiltà e gli insegnamenti del padre, i quali le hanno dato la forza di andare avanti e sentirsi veramente libera, in una società dove i pregiudizi, soprattutto in quell’epoca erano continui, sentendosi pronunciare continuamente che una signorina, non doveva  praticare sport da uomini e che lo scii di fondo non era per le italiane.

Immaginate, andare a scuola, uscire con le amiche, addirittura andare a comprare  il pane e continuamente essere martellati dalla frase “lascia perdere, non è per te”.

Bè, lei invece, andò avanti, giorno dopo giorno, pregiudizio dopo pregiudizio, coltivando costantemente il suo sogno e trasformando quei continui ostacoli in motivazione.

Da sottolineare gli enormi sacrifici che ha dovuto affrontare per la scalata dei suoi obiettivi, come ad esempio, dover lasciare la sua terra natale per andare ad allenarsi in Finlandia, una terra fredda e lontana a lei sconosciuta, dove allenarsi significava darci giù minimo 8 ore al giorno, dove una ragazza non dedica il suo tempo a feste e aperitivi, ma solo ad allenamento e fatica con il suo sogno ben chiaro in testa.

E’ si, il senso di sacrificio per arrivare ad essere la migliore è stato il fulcro di tutto ciò che ha conquistato.

Spesso questa componente non viene mai dichiarata, ma lo sport, insegna anche questo, come nella vita, per ottenere ciò che vuoi, devi essere disposto a sacrificarti senza mai perdere di vista la propria meta, anche se lontana e difficile da raggiungere, bisogna lottare con i denti e con le unghie per raggiungerla, affrontando tutto e tutti, trasformando ogni scusa giusta per mollare in forza e stimoli.

( video estratto da You Tube)

La nostra sciatrice, oltre che a grandi successi, dall’alto delle sue 7 medaglie mondiali, 7 medaglie olimpiche e 2 coppe del mondo,  ha dovuto affrontare anche altre battaglie extra sciistiche.

Infatti  agli inizi anni ’90, le viene diagnosticata una malattia alla tiroide (morbo di hashimoto    https://it.wikipedia.org/wiki/Tiroidite_di_Hashimoto )  e Manuela accetta di curarsi per tornare a gareggiare ad alti livelli. Questa vicenda le ha portato diverse problematiche, fino al giorno in cui fu accusata di doping,  ma La Di Centa ha costantemente negato di essersi dopata e ha giustificato con la malattia la crescita dei parametri ematici in corrispondenza delle competizioni.

 La campionessa azzurra tuttavia non è mai risultata positiva a nessun controllo antidoping effettuato e ha risposto così alle accuse: “Fa riferimento al mio malore del ’94 dicendo che poteva essere una conseguenza di eventuali pratiche legate al doping, ma questa è una cosa grave da parte di Donati perchè in quella occasione sono stata male, ho rischiato la vita per una malattia che mi ha costretto all’asportazione di 40 centimetri di intestino. Ho fatto fatica a guarire e a rimettermi in condizione per tornare alle gare e vincere ancora”.

 

Non fu mai trovata nessuna prova dell’uso di queste sostanze da parte della nostra campionessa, così che la vicenda fu’ poi archiviata senza alcuno strascico.

Dopo questa brutta vicenda e aver affrontato un mare di battaglie mediatiche e accuse senza fondo, Emanuela a continuato a coltivare la sua passione e non solo.

Infatti, maestosa fu’ poi la sua scalata sulla cima dell’Everest nel 2003, essendo la prima italiana a raggiungerne la vetta con ausilio di bombole di ossigeno, preparandosi atleticamente e mentalmente a questo evento, passando prima per montagne italiane come gruppo Ordles-Cevedale ( https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_Ortles-Cevedale) e Monte Olimpo ( https://it.wikipedia.org/wiki/Olimpo), poi l’Elbrus in Russia considerata la più alta di Europa ( https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Elbrus )  fino alla cima dell’ Himalaya in Asia ( https://it.wikipedia.org/wiki/Himalaya ).

In poche parole ironiche ” solo un paio di passeggiate qua e là per le montagne”, anche se solo al pensiero di immedesimarmi nelle sue gesta mi vengono i brivdi di emozione.

Manuela Di Centa racconta il raggiungimento del suo sogno - FISI FVG

Dopo il suo completo ritiro dalle competizioni agonistiche, fu’ eletta presidente del nuovo organo del coni ” la commissione italiana atleti” fino a divenire 2 anni più tardi membro della Giunta del consiglio nazionale del CONI.

Continuando anche qui, a scalare posizioni, arrivando ad essere vice presidente del Comitato Olimpico Italiano fino a a rivestire cariche di alto valore come membro del Comitato Olimpico Internazionale, arrivandone poi ad esserne membro onorario e partecipando a diverse cerimonie di apertura di diversi giochi invernali organizzati ed essere anche la porta bandiera della nazionale italiana ai giochi olimpici di Torino nel 2006.

 

Non è da dimenticare, neanche la sua carriera politica, che sempre nel 2006, fu’ eletta alla camera dei deputati insieme al partito di Forza Italia e di conseguenza, lasciando tutte le altre cariche che aveva in atto con altri organi sportivi.

Proprio grazie a lei  nella riforma delle università, presentò la proposta, che venne poi approvata dalla commissione sport e cultura, di assegnare crediti formativi universitari, utili ai campioni olimpici e paraolimpici per il conseguimento della laurea.

In tutta questa serie di successi in ogni campo della vita, sono note anche la sua partecipazione  nelle emittenti televisive come conduttrice di programmi di talk-show ( https://it.wikipedia.org/wiki/Cominciamo_bene ) e di cultura ambientale (  https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_bianca_(programma_televisivo

Arrivando poi a partecipare al programma notti sul ghiaccio, dove anche li, nonostante fosse un semplice programma televisivo, non mancava certo di competizione (https://it.wikipedia.org/wiki/Notti_sul_ghiaccio )

Insomma, quando si dice ” Vivi a pieno la tua vita ” penso sia lei l’emblema di questo, una Donna e una sportiva che con il suo esempio può ispirare altre persone a dare il meglio di se sempre, insegnando e gustando a pieno anche il sapore del sacrificio.

Non vedo l’ora di tuffarmi nel suo libro, è si, visto che non aveva niete da fare ha scritto anche un libro, nel quale mi ci tufferò a bomba, il quale mi sento di consigliare a tutti coloro che sono in cerca d’ispirazione nella vita.

E Manuela Di Centa telefona: “Grazie Sarnano” | Cronache Maceratesi